SANTARCANGELO 2
PONTEDERA 1
SANTARCANGELO (4-3-1-2): Nardi; Traorè, Adorni, Olivi, Rossi; Obeng, Cola (38’ st Garufi), Ballardini (31’ st Possenti); Graziani; De Respinis (26’ st Argeri), Guidone. A disp.: Lombardi, Capitanio, Pedrabissi, Radoi. All.: Bravetti (Cuttone squalificato).
PONTEDERA (3-5-2): Cardelli; Francesa Gherra, Vettori, Romiti; Ceciarini, Bartolomei, Lombardo, Settembrini, Galli; Disanto, Libertazzi (1’ st De Cenco). A disp.: Santoro, Madrigali, Segoni, Videtta. All.: Indiani.
ARBITRO: Cifelli di Campobasso.
RETI: 36’ pt rig. Guidone, 9’ st Obeng, 20’ st De Cenco.
NOTE: ammoniti: Romiti, Cardelli, Cola, Traorè. Angoli: 4-1 per il Santarcangelo. Spettatori: 750 circa.
SPOGLIATOI
ROBERTO BROLLI (PRESIDENTE). “È stata la salvezza più sofferta, ad un certo punto in pochi credevano che potessimo salvarci senza passare dai play-out. Alcune squadre hanno ceduto, vedi Gubbio e Forlì, noi invece abbiamo trovato il nostro equilibrio, mantenendo una costanza di risultati che si sono rivelati importanti”.
PAOLO BRAVO (COLLABORATORE TECNICO). “Qui a Santarcangelo ho trovato un presidente che segue la squadra veramente con passione, mi sembra di essere tornato indietro con gli anni. Sono contento per l’esito finale e felice per questa società”.
OBERDAN MELINI (DIRETTORE SPORTIVO). “Credo abbiamo compiuto tutti quanti un grande miracolo. Perché per come eravamo partiti e per come era stato il girone d’andata, penso sia una bellissima impresa”.
AGATINO CUTTONE (ALLENATORE). “Abbiamo fatto un miracolo sportivo, accompagnato da persone che, da quando sono arrivato, hanno dato il 200% a livello professionale. Ogni giorno ripetevo loro che avevamo un margine minimo di errore, non potevamo permetterci neanche il più piccolo passo falso. Venirne fuori sotto l’aspetto morale era un’impresa difficile. Invece siamo stati lì e abbiamo offerto delle buone prestazioni. Fatta eccezione per il match casalingo col Tuttocuoio (2-3, ndr), in tutti gli altri abbiamo fatto bene. Poi ci sono state alcune vittorie che ci hanno fornito certezze, le prime due contro Prato e Pontedera, poi a seguire quelle con Forlì, San Marino, Savona, Ancona e Grosseto. Ci hanno dato un grande slancio e fatto acquisire una bella consapevolezza nei nostri mezzi. In più c’è un dato molto importante: quando un allenatore non entra mai nello spogliatoio, significa che il gruppo ha capito tante cose. Se invece succede il contrario, vuol dire che la situazione è pressoché irrimediabile. Questo non è accaduto, consentendoci di lavorare con serenità”. Si passa ai ringraziamenti. “Dallo staff a tutti i collaboratori, passando per il magazziniere e via via tutti gli altri”.
MICHELE NARDI (CAPITANO). “Purtroppo siamo dovuti arrivare all’ultimo minuto dell’ultima giornata, però questa salvezza ce la siamo meritata per il lavoro fatto da luglio ad oggi. Ci meritavamo più punti, specialmente con Fraschetti ad inizio anno di quelli che abbiamo. Perché abbiamo perso delle gare per sfortuna e per errori di ingenuità. Era un traguardo che avremmo dovuto raggiungere già qualche settimana fa, l’importante è che ce l’abbiamo fatta. La salvezza più bella? Di sicuro è quella più sofferta e difficile, di conseguenza la più bella. Dediche? A tutto il gruppo, compresi che quelli che sono passati e andati via a gennaio. Abbiamo lavorato tutti assieme”.
SAMUELE OLIVI (DIFENSORE). “Una gioia indescrivibile. Arrivati a questo punto, dopo un campionato del genere è un’emozione unica che in pochi altri posti ho assaggiato. Penso ce lo siamo meritati: abbiamo compiuto una cavalcata incredibile, con un girone di ritorno quasi da play-off. È difficile trovare le parole perché fino ad un mese e mezzo fa questo traguardo era quasi insperato. Arrivare a maggio stremati a livello fisico e mentale non è stato semplice, abbiamo fatto qualcosa fuori dal normale. Grazie al mister e alla società, che forse ha capito i difettucci da sistemare. Bravi noi giocatori, che oltre ad aver dimostrato sul campo di essere dei buoni atleti e degli uomini veri. Con gli attributi, come si suol dire”. Sulla sua stagione. “Ho accettato questa sfida ben volentieri. Dopo una carriera in giro per l’Italia sono tornato a pochi chilometri da pochi da casa. Per coronare questo miracolo”. Sulle critiche circa il suo arrivo a Santarcangelo a 35 anni. “Sarei potuto rimanere a Mantova un’altra stagione, io invece mi sono voluto rimettere in gioco per salvare questa squadra il prima possibile. Ce l’abbiamo fatta all’ultima giornata e sono ancora più contento, alla faccia di quelle persone che credevano che fossi venuto qui a svernare”.Santarcangelo batte
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