“Con le mie dimissioni da direttore generale dell’A.C. Rimini 1912, concludo un’esperienza che lascia un segno importante nella mia vita, un segno sia dal punto di vista professionale, sia umano”
“Un’esperienza di cui vado orgoglioso, cominciata nell’estate del 2010 quando in tutta fretta abbiamo dovuto allestire un gruppo competitivo, e riorganizzare una struttura societaria che nasceva dal nulla, per rispondere in tempi rapidi alle speranze di una città che si era stretta attorno ai colori biancorossi nel momento più difficile. Il ritorno tra i professionisti al primo tentativo non era affatto scontato, così come il raggiungimento dei play off l’anno successivo, quando abbiamo dovuto ancora una volta rimodulare tutti gli aspetti societari per il passaggio dal calcio dilettantistico a quello della Lega Pro”.
“I primi due anni sono stati fantastici. Questa stagione del centenario, che ho avvertito con grande senso si responsabilità, doveva andare diversamente ma sono certo che la squadra riuscirà a salvarsi: forza Luca, forza ragazzi, so che tutto appare come una salita che ogni giorno si fa più ripida ma voi avete il dovere di centrare l’obiettivo e sono certo che farete di tutto per riuscirci. Non doveva andare così, e sono convinto che i più grandi avversari non li abbiamo incontrati sul campo ma in noi stessi. Tutti abbiamo commesso errori. Questa stagione ci ha presentato il saldo, dal punto di vista degli impegni economici, anche delle annate precedenti e ha dovuto fare i conti con una congiuntura negativa che ha generato instabilità nella struttura organizzativa della società e grande scoramento in tutti, a cominciare dalla proprietà, dove comunque qualcuno con senso di responsabilità continua a fare il possibile per tenere duro. Questi problemi sono stati affrontati sbagliando molto, superando sicuramente il confine tra le situazioni gestite nel modo dovuto e quelle gestite in modo approssimativo. Dalla presentazione della Jet Set in pompa magna – fatta senza nessun fondamento – in poi, è iniziato il declino delle idee concrete e il Rimini è precipitato in un’assenza di certezza, avvolto da una nebbia pratica ed emotiva dalla quale non è più uscito fuori. Il risultato è il punto di arrivo di oggi”.
“In questo momento vorrei ringraziare pubblicamente tutte le persone che hanno lavorato con me, lo staff tecnico, quello amministrativo e della segreteria, gli allenatori del settore giovanile e della scuola calcio, i volontari: con voi ho condiviso un’esperienza unica di stima, amicizia e professionalità che mi ha reso una persona migliore. Ringrazio la proprietà, in particolare il presidente Biagio Amati che, assieme ai soci, mi ha dato l’opportunità di lavorare in questo progetto. Ringrazio infine Rimini, la sua gente, i suoi tifosi per un affetto percepito e ricambiato che conserverò come cosa preziosa”.
“Mi dimetto con molto rammarico e sono davvero dispiaciuto di questo epilogo, perché non posso continuare ad approvare un percorso comune del quale non condivido assolutamente la direzione aziendale e societaria intrapresa nell’ultimo periodo. L’arrivo di nuove figure a livello dirigenziale traccia poi in modo netto la rotta che la proprietà ha deciso di percorrere. Non è la mia”.
Giovanni Sama
Complimenti!
Bye Bye baby.
La rotta da seguire è quella di chi ti paga, ammesso se ti hanno pagato. Ho i miei dubbi.